'A Taverna do Re resta fra gli ultimi baluardi per i gourmand cittadini, incapaci di rinunciare alla schietta cucina di tradizione, eventualmente rivisitata con garbo e rispetto.
Mangerete pizze e cucina locale in una piazzetta vera e propria, ma senza clacson e motorini che sfrecciano tra i tavoli.
Se all’inizio o alla fine di agosto siete in città, se le ferie stanno per iniziare o sono appena finite, la pizza da Sorbillo sarà sempre un piacere dall’inizio alla fine.
O Nereide, ninfa marina, cantami del bar che sorge dalle tue dolci acque, e del Castello, che sì s’impone al guardar nostro. Così che io, per le baiane terre errando, possa lì trovare arresto e pasto.
Lo stile è tropicale, con tavole da surf a mo' di panche e botti di vino a far da tavoli, birre ghiacciate e sole caliente. Per sentirti davvero a Taganga o Cartagena manca solo il “pescado” del di'.
Chi ha preso presenze per un anno intero, non ha nulla da temere, avrete tutto il tempo dei saluti pre-vacanza.
Entrate pure a prendere un tè, e vi sembrerà di essere lontani dal deserto del centro storico.
Andate pure a scegliere il vostro libro per il mare, ma non dimenticate di aiutare la scelta con una birra ghiacciata.
In una calda notte d’agosto anche pochi tavoli che affacciano sul Golfo e una birra ghiacciata possono dare sollievo.
La pista è un immenso spazio all’aperto, in cui l’erba del prato termina tra i lettini del solarium, che di giorno accoglie le signorine intente a incremarsi, e di sera le coppiette al chiaro di luna.
Il bianco è il colore predominante, i salottini sembrano strizzare l’occhio alle palme sulla spiaggia, i cocktail danzano a ritmo di musica, nella sabbia le luci soffuse accarezzano i piedi scalzi.
Se resistete all’arsura fino al tramonto potrete vedere come a volte un semplice aperitivo possa trasformarsi in un festone.
Unico cluster di grattacieli “di dolore” d’Italia. Progettata da Kento questa ambientazione da Second Life amata dagli skater.
Il vuoto lasciato dall’orma del dinosauro industriale è il simbolo della zona flegrea, il suo marchio di fabbrica.
Il più alto d’italia, 30 piani di “Mani sulla città”, uno scarabocchio nel panorama di Napoli.
Voluto dal ministro Ciano, è un esempio di architettura razionalista-funzionalista. Visitare durante le estenuanti attese in fila.
Munitevi di filo come Teseo girando in questo labirinto del 500 tra panni stesi e mini loft fronte strada.
Playground, vecchie giostre, poco verde, polacche e vecchi. I palazzoni vomeresi fanno da sfondo.
Una decina di anni fa era il Parco della Rimembranza: coppiette, auto, fogli di giornali e fazzolettini. Ora è uno dei principali centri di jogging phonato.
È la chiazza verde che vedete sorvolando Napoli. Pic-nic, imboscamenti e filoni, qualche pazzo e il Super Santos.
Grazie alla fitta vegetazione che va quasi a disegnare un’arena dall’ottima acustica, ospita ogni tanto anche rassegne musicali.
Roberto scavalcava il cancello di notte e seduceva le donnine col panorama. Ora che è stato incastrato, ci torna per le rassegne di cinema ricordando i bei tempi.
L’unico tra i parchi che probabilmente è vissuto più di notte che di giorno. Ospita ormai da anni festival e rassegne musicali.
È il più ricco “archivio botanico” del paese: conta circa 25.000 esemplari di 10.000 specie diverse, provenienti da ogni parte del mondo.
Residenza di villeggiatura estiva dei Borbone e rifugio invernale dei filonari vomeresi
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“Dint’ ‘a Villa Comunale, che fetente di mazziata, con tuopadre che correva e alluccava: Disgraziata!”
Tappa obbligatoria per chi oltre a voler godere dei capolavori di illustri maestri dell’arte italiana volesse fantasticare su amori e intrighi di corte.
Fondata nel 1325 per volere di Carlo d’Angiò è uno degli esempi più significativi del barocco napoletano.
Piscina con idromassaggio, piscina baby, solarium, ristorante, grill, lounge bar, disco night, parco giochi.
